lunedì 28 aprile 2008

Lettera a mia madre

Ho letto questo libro per la prima volta nel 2002. Tutto d'un fiato.

E' stato un regalo di un amico che non ho mai conosciuto, una persona incontrata su internet e rimasta nei meandri della rete. Ci siamo scambiati libri e opinioni sui grandi della letteratura. Se dovessi dire perché non ci siamo più scritti non lo so. Succede.. Ma questo libro è rimasto.

Righe che catturano e fanno riflettere, in prima istanza perché riguardano la storia personale e privata dell'autore. Ci aiutano a capire chi è il grande creatore del commissario Maigret, chi uno dei più prolifici scrittori della letteratura francese, creatore di storie incredibli, al fine un uomo come tutti noi.

E, come tutti noi, alle sue spalle, la famiglia. Un'infanzia non facile, un confronto con la vita particolare.

E una madre. Perché così l'ha sempre chiamata, madre, non mamma. Come ci racconta, non fu una cosa imposta ma un'abitudine che scaturì forse dal distacco che si creò tra i genitori e i figli. Distanza di un'epoca, di sacrifici, di scelte.

Attraverso un percorso dettato solo dall'emozione, che non segue un iter prestabilito ma salta da ricordo a ricordo, da sensazione a sensazione, veniamo a conoscenza di stralci della sua intera vita. Scrive la lettera a più di settant'anni. E in poche pagine delinea un profilo di se' e della sua famiglia, di un passato che non ha deciso per forza il presente, di un affetto contrastato e mai sanato. Si contrappongono due personaggi forti, un figlio che già in tenera età comprende ma non giustifica, una madre, una donna, che lotta contro il mondo,decisa, mossa da una voglia di rivalsa che, pur coerente allo sbalordimento, vanifica l'idea di una famiglia unita per la quale ha lottato, ma al contempo vivifica il desiderio di recuperare ciò che, ultima di una famiglia numerosa, le è stato negato.

Uno scritto postumo. tre anni sono passati dalla morte della madre prima che Simenon trovasse la forza di scrivere queste poche pagine che, non si sa perché, ha voluto donare al pubblico dominio.

Un libro forte, tutt'altro che scontato,dove i sentimenti di ogni giorno vengono a galla, contrapposti al buonismo dei romanzi, al comune credere che l'affetto che lega madre e figlio sia del tutto scontato.

Lettera a mia madre (Lettre à ma mèr) - di Georges Simenon - ed. Adelphi (in Piccola Biblioteca Adelphi) - ottava edizione 2000 (prima edizione 1985) - pgg. 97 - Euro 6,20



Simenon:

Georges Simenon (Liegi 1903 - Losanna 1989) romanziere francese di origine belga. La sua vastissima produzione (ca 500 romanzi) occupa un posto di primo piano nella narrativa poliziesca, grazie soprattutto al celebre personaggio del commissario Maigret, umanissimo ricercatore della verità. Ma spesso i romanzi di S. si discostano dagli schemi dell’inchiesta per tracciare suggestivi ritratti psicologici e per evocare con efficacia l’atmosfera grigia e stagnante della provincia francese. Fra i temi ricorrenti, che danno una singolare unità a una produzione sterminata, il maggiore è quello della solitudine, che si accompagna a quello della suprema stanchezza di fronte al male e alla sconfitta. Da citare almeno: L’affare Saint-Fiacre (L’affaire Saint-Fiacre, 1932), Il testamento Donadieu (Le testament Donadieu, 1937), Una confidenza di Maigret (Une confidence de Maigret, 1959), Maigret esita (Maigret hésite, 1968), Vi sono ancora noccioli (Il y a encore des noisetiers, 1969), Maigret e il mercante di vino (Maigret et le marchand de vin, 1970). S. ha scritto anche due racconti autobiografici, Quando ero vecchio (Quand je étais vieux, 1972) e Lettera a mia madre (Lettre à ma mère, 1974) e il libro di ricordi Memorie intime seguite dal libro di Marie-Jo (1981), sul tragico destino della figlia, suicida nel 1978.

Fonte della voce: Enciclopedia della Letteratura Garzanti (III ed. - 1997)