venerdì 18 aprile 2008

Leggere

Questa immagine rispecchia un po' la mia idea della lettura.


Rapita dall'espressione di mia madre, stesa sul letto il pomeriggio, dopo lunghe ore di lavoro, mi ritrovavo seduta al suo fianco, con un grosso libro tra le mani, inevitabilmente capovolto, a ricercare al suo interno quel qualcosa che era in grado donarle quell'aurea intangibile che tanto mi catturava.


Ha inizio così la mia passione per la lettura e per i libri in generale.


La sera le mettevo in mano un volume preso a caso dalla libreria del corridorio e le chiedevo di leggere, di rapirmi, di portarmi con lei lontano, nella sua mente, ovunque desiderasse, ovunque si trovasse quella luce.


Così sono entrati per la prima volta nella mia vita Romeo e Giulietta, Re Lear e gli altri personaggi della raccolta Shakespeariana. Fu poi la volta più grandicella, di Elsa Morante e la sua "Storia", accompagnata da Salgari e dalla tigre di Mompracem.


Un mondo di meraviglie si è dischiuso davanti alla mia mente ormai desiderosa di novità, di azione, di passione, di storie, di avventure, di personaggi, di amori e di amicizie.


Quando credevo di avere capito come funzionava il mondo della scrittura, è arrivato, per caso, un libro di un autore che non avevo mai visto. Ed ecco la magia dell'oscuro, della suspance, del fiato corto, ecco Stephen King, confronto a cui Elelry Queen, il re assoluto del mio mondo poliziesco, diventava pura acqua di rose.

Ma ancora non era finita... c'erano i robot, nel loro mondo "altro" scoperto da quella mente senza confronti che è Isaac Asimov.


Fu, quindi, il momento delle antologie scolastiche e i grandi scrittori nostrani fecero il loro ingresso in sordina, prima con piccoli brani qua e là, poi con capitoli fotocopiati, fino a quando, cedendo alla curiosità, arrivò, un Natale, la tessera della Biblioteca.


Vivere a Bologna e possedere una tessera della biblioteca è come essere Alice catapultata nel mondo delle meraviglie. Dalla piccola biblioteca di quartiere, grazie a presentazioni e raccomandazioni dei vari bibliotecari, ecco aprirsi, davanti ad una tredicenne trepidante, le porte dell'Archiginnasio.


So che avrei potuto superare il record di apnea. Quelle sale, piene di quadri, affreschi, cartigli, stemmi... e quegli scaffali, pieni zeppi di tutto il sapere, la conoscenza, i mondi, le nozioni della generazione umana.

Siamo d'accordo, ci saranno mille biblioteche più grandi e più belle, ma, come per ogni prima volta, per me ancora oggi entrare all'Archiginnasio è come compiere un atto di fede. E' il mio Sancta Sanctorum.


Mi sono dilungata, era inevitabile. Eppure non ho ancora detto nulla.

Questo è solo l'inizio...

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