domenica 25 maggio 2008

Il giorno in più

Mi sono chiesta spesso cosa mi attirasse nei libri, cosa me li rendesse così irresistibili, se era solo una questione di storia o anche di "come " venivano scritti, o meglio tradotti, nel caso di libri stranieri.

Dopo avere letto questo libro, avere pianto e riso per l'avventura dei due protagonisti ho capito. La storia ha un suo valore intrinseco, e questa, nella sua semplicità, è coinvolgente, appassionante ed appassionata. Giacomo e Michela sono pitturati, hanno carattere, pensieri reali, atteggiamenti possibili, in un mare di storie surreali.

I luoghi, le strade, le stanze, le porte, le finestre, le città sono a portata di mano. Non serve nemmeno chiudere gli occhi per coglierne l'essenza. Siamo in un mondo tridimensionale dove anche odori e sapori si impongono, ci catturano e ci fanno realizzare l'esperienza.

Ma oltre loro, ci sono storie e caratterizzazioni così evidenti anche nel background! La figura della nonna forte che diventa, alla fine, bambina e madre e moglie. La mamma, sacrificata, debole, che riacquista il suo ruolo nel momento del dialogo, della maturazione del rapporto madre-figlio, in un passo che sottolinea la necessità della comunicazione come soluzione totale.
L'amica, Silvia, mai così reale e fattibile nelle sue parole e nei suoi comportamenti, nel suo dramma. Spalla del protagonista, potrebbe esserlo lei stessa di una storia parallela.


Un protagonista del mondo, Giacomo, un gustatore di emozioni, un tramite tra il lettore e le milie possibili vite che ci aspettano dietro l'angolo. La semplicità del viaggiatore che si contrappone ai mille problemi che ogni volta ci facciamo nel decidere dove e come muoverci. Il riscatto di una vita che si dava per scontata, l'affermazione del libero arbitrio.


Tutto vero, in questo libro, l'ultimo, di Fabio Volo, dj, attore e condurre di trasmissioni televisive e radiofoniche, come precisato in terza di copertina.


Una storia entusiasmante, quindi, che impone il suo valore. Peccato. Peccato perché in fase di compilazione perde l'impatto. In periodi e frasi ricche di ripetizioni, in descrizioni troppo "da conversazione" la voglia di andare avanti si affievolisce, sostenuta, come dicevo, solo dalla curiosità. Non convince, ricorda i temi in classe, semplicistici, poco ricercati. Passi il raccontare semplice, senza fronzoli, ma qui sembra quasi di sentire raccontare un episodio da un qualsiasi sconosciuto passato per strada. E' come se non si fosse preso la briga di rileggere, se non fosse tornato indietro ad alleggerire. Come se scrivesse senza ascoltare.
Ma non tutto è perduto. L'autore ci lascia posti reali, indicazioni preziose, ristoranti, bar, nascondigli, luoghi che possiamo vedere, che possiamo ritrovare. E ci regala una colonna sonora degna di essere riportata e ricercata. E tornano tra noi Ella Fitzgerald e Louis Armstrong in Cheek to cheek, Nick Drake (Time has told me), i Pink Floyd, Smokey Robinson; The Miracles, Chet Baker, Roberta Flack; Donny Hathaway, Otis Redding, Billie Holiday, Nancy Sinatra, e così via, tra mille titoli e mille emozioni, passando per Mozart, e arrivando, in altro campo, ai sonetti di Shakespeare.
Un tuffo in piena regola in un mondo reale, ma intangibile, appesantito da una prosa che potrebbe dare di più, arricchito da personaggi e luoghi che salvano e conquistano il lettore e la sua voglia di vita.

Fabio Volo - Il giorno in più - Ed. Mondadori (I ed. Novembre 2007) - pgg. 287 - Euro 15,50

mercoledì 14 maggio 2008

Grottesco

"La natura è un tempio ove pilastri viventi,
emettono talvolta parole confuse.
L'uomo la attraversa tra foreste di simboli,
che lo osservano con sguardi familiari."






Charles Baudelaire - Les Fleurs du Mal


Così è riportato sulla pagina che precede l'inizi del libro, il primo, di questo autore del dramma psicologico, pittore di emozioni, analista dell'animo.

E' questo il libro d'esordio di un autore che, passo dopo passo, in ogni libro, cattura l'attenzione del lettore senza fronzoli, senza giochetti, semplicemente narrando il percorso, spesso tortuoso, che segue l'animo umano.

Io narrante è Sir Hugo, "un uomo, anzi, uno studioso di mezz'età, per la precisione un paleontologo, specializzato nei grandi carnosauri del tardo mesozoico", come si autodefinisce in una delle prime pagine.

Io narrante di una storia passata, con risvolti drastici nel presente esatto della vita di Sir Hugo. Si racconta, costretto su una sedia a rotelle, completamente incapace di muoversi o di esprimere emozione, non fosse per quelle rare lacrime che si concede in solitudine perché :


[...] vorrei piangere anch'io; però non posso. Non posso, non perché la mia capacità di piangere sia bloccata come tutto il resto, ma perché sono troppo vecchio per imparare a farlo davanti a un'altra persona. [...] per non piangere in pubblico io mi sono allenato a lungo, col risultato che adesso l'unico mezzo che ho per comunicare al mondo che sono mentalmente vivo e riesco a provare delle emozioni, ecco, non posso usarlo.


Nella sfera d'azione, altri personaggi, utilizzati per caratterizzare ulteriormente un uomo burbero, d'umore scostante, incapace di trasmettere amore in senso "paterno o coniugale".

Il maggiordomo, Fladge, presentato dalle prime righe, è il suo alter ego, come ammette lui stesso. Solo che è una visione particolare. Ci vuole la sottigliezza di un animo costretto all'immobilità attenta per cogliere l'essenzialità di questa trasformazione del maggiordomo, che è caratterizzato come tale solo grazie ed attraverso la donna che lo accompagna (Doris, la donna che vive come oggetto e rifugge nell'acool per porre fine alle sue sofferenze quotidiane).

Verso la fine ecco un passo che devo per forza di cose riportare, per la precisione del vedere e del descrivere.
" L'ironia sta nel fatto che in realtà è lui ad essere il negativo mio, perché in me il bene persiste [...] Fladge gode di fronte allo spettacolo del mio disfacimento [...] E come la gargouille di una cattedrale gotica era un demone sconfitto costretto a fungere da fogna, io, viceversa sono costretto a fungere da gargouille in questa anti cattedrale, in questa demoniaca dimora [...] E' Fledge l'essere grottesco, non io."

Ogni altro personaggio è uno sfondo, un mezzo per spiegare e sottolineare e ritagliare e delineare il processo della vicenda. Sir Hugo, un uomo dedicato al mondo delle ossa e per scherzo di natura imprigionato, in un secondo tempo, in un mondo in cui le ossa, le sue, risultano inutili e ingombranti.

Un romanzo iniziale eccellente, che promette e mantiene uno stile particolare, tra il gotico e il noir. Pagine che richiedono l'attenzione particolare di un lettore attento,una storia che può essere, superficialmente, ottima sotto l'ombrellone, ma che trova, secondo il mio parere, la sua giusta collocazione in una discussione minuziosa di analisi psico-sociologica di livello scolastico. Un romanzo che promette molto e concede altrettanto. Uno stile già definito, che si affina nei romanzi successivi, che si rene più seducente e pungente. Un autore da seguire.


Patrick McGrath - Grottesco (The Grgotesque) - Ed. Adelphi (collana Gli Adelphi) - pgg 214 - Euro 8,00